Il 24 Febbraio del 2023 ci lasciava a 83 anni uno dei colossi del cinema e una delle maschere più importanti della commedia italiana: Alberto Sordi.
La vita
Alberto Sordi, ultimo di 4 fratelli, nasce a Roma nel 1920, nel rione di Trastevere da un professore di musica e strumentista presso il Teatro dell’Opera di Roma, e da madre insegnante.
Già dalle elementari Alberto inizia a mostrare una passione artistica: canta nel coro delle Voci Bianche della Cappella Sistina e recita con un teatrino di marionette.
A soli 16 anni si trasferì a Milano per frequentare il corso di recitazione all’Accademia dei Filodrammatici, da cui però fu espulso perché non era riuscito ad abbandonare l’inconfondibile inflessione romanesca.
Rientrato a Roma iniziò a lavorare negli studi di Cinecittà come comparsa e come doppiatore dell’indimenticabile Oliver Hardy, ruolo che aprì la strada a diverse esperienze di doppiaggio. Oltre ai numerosi film di Stanlio e Ollio doppiò infatti attori del calibro di Anthony Quinn, Robert Mitchum ma anche l’italianissimo Marcello Mastroianni.
Dopo la chiamata alle armi del 1940, proseguì la carriera artistica in teatro al fianco di personaggi che torneranno poi nella sua lunga carriera come Adolfo Celi, Wanda Osiris, Fanfulla.
Il successo
Dopo il 1946 Alberto Sordi iniziò la carriera radiofonica e ideò alcuni dei personaggi che nel corso della sua carriera hanno raccontato vizi e virtù degli italiani. La celebre voce nasale da persona per bene de “I Compagnucci della Parrocchietta” impressionò Vittorio de Sica che, nel 1951, propose a Sordi un film da protagonista “Mamma mia che impressione” sceneggiato da Cesare Zavattini.
La grande popolarità dell’Alberto nazionale arrivo con Lo sceicco Bianco, di Fellini, nel 1952, seguito da I Vitelloni, Un giorno in pretura e Un americano a Roma (1954), entrambi per la regia di Steno, dove interpreta Nando, un ragazzo romano ossessionato dal mito americano.
I molteplici personaggi che rappresentano l’italiano medio caratterizzano soggetti e sceneggiature di Sordi durante gli anni 60 e nei decenni successivi.
Sono infinite le interpretazioni di Alberto Sordi che si sono succedute negli anni: La Grande Guerra di Monicelli, del 1959, Tutti a Casa di Luigi Comencini, Il Vigile e Il Medico della Mutua di Luigi Zampa, Una vita difficile di Dino Risi, Detenuto in attesa di giudizio di Nanni Loy che gli valse il’Orso d’Argento al Festival di Berlino, Un borghese piccolo piccolo di Monicelli tra le sue interpretazioni più commoventi, l’irriverente Il Marchese del Grillo, del 1981 solo per citarne alcuni.
Sordi in più di 180 film ci ha fatto ridere, piangere, riflettere: rappresentava l’italiano con la I maiuscola opportunista, vigliacco, eroe e idealista. Nella sua straordinaria carriera ha conquistato almeno 5 Nastri d’Argento, 7 David di Donatello fino al Leone d’Oro alla Carriera a Venezia nel 1995.
Il vuoto lasciato alla sua morte è stato incolmabile e le sue battute restano nella storia del cinema.
Alberto Sordi e Le Vie del Cinema
L’Albertone nazionale è una presenza costante a Narni. Le Vie del Cinema: negli anni sono state numerose le pellicole restaurate proiettate, che l’hanno visto protagonista o regista
Tra questi nel 2019 Polvere di stelle di Alberto Sordi, nel 2020 Il medico della mutua di Luigi Zampa, nel 2009 Tutti a casa di Luigi Comencini, nel 2003: Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’ amico misteriosamente scomparso in Africa di Ettore Scol, nel 2001: Il vedovo di Dino Risi, nel 2000:Lo scopone scientifico di Luigi Comencini, nel 1996 I Vitelloni di Federico Fellini.