Il 27 Marzo del 1963 usciva al cinema il capolavoro sul Risorgimento Italiano firmato da Luchino Visconti e ispirato all’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: Il Gattopardo.
La storia de Il Gattopardo
Il film, ambientato tra il 1860 e il 1910 nella nobile Sicilia, racconta le vicende del Principe Fabrizio Corbera di Salina, interpretato da un superbo Burt Lancaster.
Lo sbarco garibaldino sull’isola, destinato a rovesciare il regno Borbonico e unificare l’Italia, preoccupa il principe che sfrutterà così l’astuzia e l’attivismo del nipote Tancredi Falconeri, un affascinante Alain Delon, per mantenere i propri agi.
Per difendere il prestigio della propria casata, il Principe Fabrizio appoggerà infatti la caduta di Palermo e l’annessione all’Italia, accettando le nozze tra l’adorato nipote e la figlia di un sindaco incolto, l’indimenticabile Claudia Cardinale.
Un film in costume che racconta un passaggio epocale nella cornice delle ville palermitane mettendo a confronto l’aristocrazia, la borghesia e la cultura militare.
La morale de Il Gattopardo
“Se vogliamo che tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi”
Il pensiero del Principe Fabrizio, definito successivamente “gattopardismo“, racchiude in questa frase la morale del film: affinché niente cambi è necessario cambiare tutto, promuovere una nuova situazione per conservare il potere.
Il Gattopardo a Le Vie del Cinema
La versione restaurata de Il Gattopardo è stata proiettata nell’edizione 2017 di Narni. Le Vie del Cinema.
Un restauro interamente digitale, con ritorno in pellicola a partire dal negativo originale del 1963.
Le lavorazioni sono state effettuate presso il Laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna in associazione con la Fondazione Cineteca di Bologna, The Film Foundation, Pathé, Fondation Jerôme Seydoux-Pathé, Twentieth Century Fox.
Riconoscimenti
Il film ha ottenuto molti riconoscimenti a livello internazionale tra questi ricordiamo:
- la Palma d’Oro come miglior film alla 16º edizione del Festival di Cannes;
- David di Donatello nel 1963 come miglior produttore a Goffredo Lombardo;
- il Premio Feltrinelli 1963 alla regia cinematografica;
- 3 Nastri d’Argento (Fotografia, Costumi e Scenografia),;
- il National Board of Review Awards al Miglior Film Straniero.